C2

Si tratta di un progetto formativo che, a partire dal tango, permette agli operatori di ogni settore di riflettere sulle proprie modalità comunicative e relazionali, sia con i colleghi (visto che spesso il lavoro di cura e di assistenza viene svolto “in coppia”) sia con l’anziano.

Nel tango il tocco e il passo sono leggeri, la stessa leggerezza che dovremmo avere nel momento in cui entriamo nel mondo dell’altro, soprattutto se anziano fragile.

Nel tango c’è qualcuno che invita e qualcuno che accetta l’invito: nulla viene imposto. Si rispettano i ritmi e i tempi dell’altro. Si lascia all’altro lo spazio per compiere i suoi “adorni”.

Nel tango non serve un corpo “specializzato”: ci accetta così come siamo e noi accettiamo e accogliamo l’altro così come è. Non servono nemmeno le parole, anzi: è regola fondamentale che durante il ballo non si parli: si comunica con il corpo e si impara il silenzio.

Nel tango si procede insieme, senza appoggiarsi, senza usare la forza, senza sostenere: è questione di equilibrio e armonia. E c’è parità di ruolo: è uno scambio comunicativo che si fonda sulla cooperazione.

Attraverso questo strumento gli operatori saranno portati a riflettere su una serie di parole chiave che fanno parte del lavoro di cura: fiducia, tocco, rispetto, tempo, ritmo, silenzio, corpo, sguardo, spazio, possibilità.

 

Relatori:

Silvia Spolti, Educatrice e Coordinatrice dei Servizi socioeducativi

Sara Malvestiti, Educatrice e Coordinatrice dei Servizi infermieristico-assistenziali e servizi generali

Cristina Angeretti, Fisioterapista e Coordinatrice dei Servizi fisioterapici

Pamela Arnoldi, Infermiera e Coordinatrice dei Servizi semiresidenziali